…ti propongo ora una carrellata che credo sarà di tuo gradimento, eccoti infatti un piccolo “assaggio”:
dei più o meno famosi ritrovamenti del presente e del passato(nella 1^ parte)
di incidenti in cui frammenti di meteoriti hanno provocato danni a cose o persone(nella 2^ parte)
N.B. 1) ci sono diversi altri casi segnalati di apparenti feriti o morti a causa di impatto di meteoriti, ma spesso non ci sono fonti attendibili né documentazione attendibile al riguardo 2) trascuro in questo articolo eventi storici o documentati come Tunguska o Chelyabinsk, poiché solo per ciascuno servirebbe un intero articolo, e ci sono già molti contributi importanti sul web
brevissimo INDICE CLICCABILE
Essendo un po’ più lungo di quanto fosse nelle mie intenzioni, ti propongo questo Indice cliccabile, come al solito per la tua comodità e facilità di accesso che per me è prioritaria (per tornare poi immediatamente all’indice basterà che clicchi sulla freccia arancione in alto a destra sempre presente).
“Nel 1904 o 1905 il mezzadro Antonio Bassignani, mentre arava un campo vicino a Ca’ d’Bernard, senza saperlo fece una scoperta straordinaria: la meteorite ferrosa più grande d’Italia. Bassignani faceva l’agricoltore all’interno del vasto patrimonio del Castello di Bagnone, di proprietà della nobile famiglia Noceti. Il Conte Carlo Noceti, informato della scoperta, non restò impressionato e così il pesante sasso finì semplicemente accatastato ai margini del campo.”
“Nel 1944 (40 anni dopo), con la scomparsa del conte l’eredità passò alle sue figlie, le Contessine Elisa e Maria. Maria si sposò con Lorenzo Ruschi di Pisa e in questo contesto entrarono in contatto con il professor Stefano Bonatti, un rinomato geologo dell’università pisana.”
“Nell’estate del 1967 (altri 23 anni più tardi, che sommati a quelli passati dal ritrovamento accidentale fanno un totale di ben 63 anni), gli eredi Noceti chiesero al figlio di Bassignani, Silvio, di trasportare la pietra al castello, cosa che lui fece tramite la “traza” (una specie di slitta per il trasporto, molto usata in tutta la Lunigiana). Venne invitato il professor Bonatti da Pisa per visionare finalmente la roccia, e così confermare che si trattava a tutti gli effetti di una meteorite. Il professore la acquistò per conto dell’Istituto di Mineralogia e Petrografia dell’Università di Pisa e dopo accurati studi, il suo team classificò la meteorite come una Siderite Ottaedrite con un notevole contenuto di nichel.”
credit Federigo Federighi
“Attualmente, Bagnone è esposta all’ingresso della Galleria del Museo di Storia Naturale di Pisa. Nonostante l’usura causata da 63 anni di agenti atmosferici, Bagnone conserva la sua forma originale, mostrando segni distintivi del suo viaggio attraverso l’atmosfera. La crosta di fusione, causata dal riscaldamento durante l’ingresso nell’atmosfera, è stata sostituita da un rivestimento scuro di prodotti di ossidazione. Tuttavia, i segni dell’atmosfera rimangono evidenti, simili alle impronte lasciate dalle dita nella creta” (storia ed informazioni su Bagnone provengono dal pannello esplicativo del museo e da un articolo del Prof. Massimo D’Orazio dell’Università di Pisa – “Il meteorite più pesante d’Italia è caduto in Lunigiana!”, Lunigiana Insolita – luoghi e storie dimenticate dal tempo).
“Gibeon” 1836
Africa Namibiameridionale 20 tonnellate frammentate caduta in epoca preistorica
Il meteorite Gibeon è caduto in epoca preistorica in una regione della Namibia meridionale. Prende il nome dalla località di Gibeon, a sudest della quale sono stati ritrovati la maggior parte dei frammenti. Complessivamente sono circa un migliaio le meteoriti dell’asteroide di Gibeon ritrovate, tra cui le catalogate, le esportate e quelle vendute. In questo particolare caso, la maggior parte dei frammenti sono di grosse dimensioni, ma questo forse si spiega con l’utilizzo per secoli dei pezzi più piccoli da parte delle popolazioni locali del Kalahari.
Meteorite ferroso composto di ferro (91,7%) e nichel (7,7%), ma anche cobalto (0,5%) e fosforo (0,04%) Classico esempio di ottaedrite con figure di Widmanstatten. Oggi 33 frammenti della pioggia di Gibeon sono in esposizione permanente a Windhoek in una delle vie principali del centro, Post Street Mall, visitata di recente dall’amico di Facebook Michele Ligustri.
Entroterra del South Australia tra il lago Callabonna e il lago Blanche, a NE a E del monte Hopeless, vicino allo Strzelecki Track, nell’Australia meridionale orientale.
La massa ha una superficie esterna ben conservata, di colore scuro, con graziosi regmaglypts (cavità superficiali). I meteoriti di ferro esposti alla superficie terrestre si ossidano e arrugginiscono in tempi relativamente brevi. Questa roccia è un’ottaedrite, dominata da kamacite e taenite. Il materiale campione tagliato per l’analisi (area di colore arancione scuro in alto a sinistra del meteorite) ha dimostrato che la struttura Widmanstätten comunemente osservata nelle ottaedriti non è ben conservata a Murnpeowie, prova di un evento di riscaldamento significativo avvenuto in qualche momento nella storia della roccia. (SAM Met 30A, Museo dell’Australia Meridionale, Adelaide, Australia)
“Edmore” 1939
USA Michigan – Edmore 10 kg vista cadere nel 1939, analizzata nel 2018 venduta per 75.000 dollari
Curioso “fermaporte”
Nel 1988 David Mazurek, un uomo del Michigan (USA), comprò una fattoria nella cittadina di Edmore, ed esplorando il nuovo acquisto scoprì questa grande roccia dall’aspetto metallico utilizzata per tenere aperta una porta. Informandosi quindi presso il precedente proprietario, questi confermò che si trattava di una meteorite e gli raccontò che lui e suo padre 49 anni prima, nel 1939, l’avevano vista cadere di notte nella loro proprietà con un grande frastuono. Il giorno successivo la trovarono lì, in un piccolo cratere generato dall’impatto.
Mazurek continuò a usarla come fermaporte, ma un giorno del 2018 (30 anni dopo aver saputo che era una meteorite e 79 anni dopo la scoperta), scoprendo che molte persone vendono le meteoriti, decise di accertarsi della natura di quella roccia. Contattò allora Mona Sirbescu, geologa della Central Michigan University, per chiederle di analizzarla. La meteorite di Edmore, come venne chiamata, è una ottaedrite di 10 chilogrammi, costituita da ferro all’88% e nichel al 12%. Alla fine del 2019 (ben 80 anni erano passati dal ritrovamento), Mazurek la vendette al Planetario Abrams della Michigan State University per la bellezza di 75000 dollari, donandone il 10% al dipartimento in cui lavora Mona Sirbescu, in segno di riconoscimento.
“El Ali” 2020
Africa orientale Somalia, regione Hiiraan 15 tonnellate dissotterrato nel 2020 ma noto da generazioni
conosciuta e cantata da generazioni dai pastori di cammelli locali come “Nightfall”
Meteorite di ferro di più di 2 metri di diametro nella terra marrone, i pastori dicono che è noto da generazioni e lo chiamavano “Nightfall” in canzoni e poesie. Mentre gli scienziati l’hanno chiamato El Ali perché trovato vicino all’omonima città nella regione di Hiiraan. Analizzando il campione, scienziati canadesi hanno tra l’altro scoperto minerali non esistenti sulla Terra, chiamati elaliite, dal luogo in cui si trova il meteorite, ed elkinstantonite, da Lindy Elkins-Tanton , ricercatrice principale della missione Psyche della NASA.
foto campione da 70 gr, credit University of Alberta Meteorite Collection – ingrandisci, enlarge
“Wabar” 1932
Arabia Saudita Rub Al-Khali(Quarto Vuoto)
“Il giorno in cui la sabbia prese fuoco”
Un frammento della meteorite Wabar che si è schiantato nel Quarto Vuoto (Archivi/Getty) – ingrandisci, enlarge
Nel 1932 l’intrepido esploratore britannico Harry St. John Philby arrivò al bordo di due crateri nel deserto così imponenti che, all’inizio, li scambiò per le bocche di un vulcano spento.
“L’energia cinetica di una grande massa di ferro che viaggiava ad alta velocità, 60000 km/h, si trasformò improvvisamente in calore, vaporizzando una grande parte della meteorite e parte della superficie terrestre, producendo così una violenta esplosione gassosa che formò il cratere e si ritorse contro i resti del meteorite. Prevalevano temperature molto elevate: la sabbia del deserto non solo si è sciolta, producendo un vetro di silice, ma è stata anche bollita e vaporizzata. Anche il ferro meteoritico è stato in gran parte vaporizzato, condensandosi poi come una pioggerellina fine.”
Un pezzo di ferro che, secondo voci locali, aveva le dimensioni di un cammello. Nel 1966, un team dell’Aramco trovò il più grande dei due pezzi esposti del meteorite, che pesava più di 2 tonnellate. Fu portato alla sede centrale di Aramco a Dhahran e in seguito esposto alla King Saud University di Riyadh. Oggi, può essere visto al National Museum of Saudi Arabia nella capitale.
Resti del meteorite in mostra (Archivio, Getty Images).
“Gancedo” 2016
Argentina “Campo del Cielo” (Gran Chaco Gualamba) 30 tonnellate Più di 2000 anni a.C.
“Sciame meteoritico tra 4700 e 4200 anni fa”
credit Astronomy Association of Chaco
“Campo del Cielo”è un’area disseminata di crateri meteoritici: 26 crateri in un corridoio di terra lungo 19,2 km e largo 3 km. Già dissepolte più di 100 t di meteoriti e frammenti appartenuti allo stesso sciame meteorico. Il record di peso spetta come primo post a Hoba (80000 anni fa), che hai potuto apprezzare nel precedente articolo, in copertina; il secondo post a “El Chaco” che è stato scoperto anch’esso nel Campo del Cielo.
Il Kamil Crater è una tra le più piccole depressioni da impatto note, ed è stato scoperto nel 2008 dal ricercatore italiano mineralogista Vincenzo De Michele(curatore del Museo Civico di Storia Naturale di Milano) grazie a Google Earth, nel deserto egiziano, al confine col Sudan. Gebel Kamil, meteorite di Ferro e Nichel, peso tra le cinque e le dieci tonnellate, le dimensioni erano quattro volte maggiori prima di entrare nell’atmosfera terrestre alla velocità di 3,5 km/s.
campione di 60 grammi
“Sikhote-Alin” 1947
ex Unione Sovietica Siberia (Monti Sikhote-Alin) 100 tonnellate (stima)
“Pioggia meteoritica massiccia, una delle più grandi”
Alle 10:30, nella fredda mattina del 12 febbraio 1947, molte persone nella zona attorno ai Monti Sichotė-Alin’ della Siberia orientale, videro in cielo un grosso bolide più luminoso del Sole. Proveniva da nord e aveva un angolo discendente, poi stimato, di circa 41 gradi. La luce e il potente tuono del bolide furono percepiti fino a 300 km attorno al punto d’impatto, non lontano da Lučegorsk e circa a 440 km a nordest di Vladivostok. Il pennacchio di fumo, visibile nel cielo per diverse ore, era lungo 32 chilometri.
Il francobollo che vedi qui sopra fu emesso dall’Unione Sovietica il 20 novembre 1957, in occasione del decimo anniversario della pioggia meteoritica di Sikhote-Alin, e riproduceva il famoso dipinto di P. J. Medvedev, un artista russo testimone dell’evento: l’artista era seduto davanti alla sua finestra e aveva appena iniziato a dipingere quando vide la palla di fuoco, così iniziò immediatamente e riprodurre su tela ciò che stava vedendo.
Nel momento in cui l’asteroide entrò nell’atmosfera, alla velocità di circa 14 km/s, iniziò a frammentarsi. Ad un’altitudine di circa 5,6 km la massa principaleesplose frammentandosi in pezzi più piccoli i quali, prima di toccare il suolo si frammentarono a loro volta in un susseguirsi di esplosioni più piccole. Il campo d’impatto del meteorite era di circa 1,3 km, grande ed ellittico. Si sono formati circa 120 crateri d’impatto, il più grande dei quali misura circa 26 metri di diametro e 6 metri di profondità.
Gli esemplari di Sikhote-Alin si dividono sostanzialmente in 2 categorie:
individual, thumbprinted o regmaglypted: esemplari dotati di crosta di fusione che mostrano segni dell’ablazione atmosferica
Mostra i segni dell’ablazione atmosferica perché essendosi frammentato ad alta quota ha dato tempo all’aria di plasmarne la forma. La sua superficie è caratterizzata dalla presenza di regmaglipti, piccoli avvallamenti superficiali…
… e in certi casi da flow lines, piccoli rigagnoli di metallo fuso solidificato. Gli esemplari thumbprinted sono i più belli e più ricercati dai collezionisti e rappresentano il classico esempio da manuale di meteorite ferroso plasmato dall’attrito con l’atmosfera.
shrapnel, schegge o frammenti: esemplari dai bordi affilati e dalla forma contorta che mostrano i segni di una violenta frammentazione
Questo secondo tipo rappresenta invece quelle schegge di metallo che non hanno avuto tempo di interagire con l’atmosfera perché si sono frammentate nelle ultime esplosioni a bassa quota o che si sono formate dall’impatto con il suolo ghiacciato. Pur essendo meno estetiche rispetto alle thumbprinted, il loro aspetto tormentato testimonia le forze spaventose che le hanno plasmate e ame personalmente piacciono un sacco.
Shrapnel, ottaedrite da 3,3 kg (93% di ferro, 5,9% di nichel, 0,42% di cobalto, 0,46% di fosforo e 0,28% di zolfo, con tracce di germanio e iridio), probabilmente lavorata a freddo da una violenta esplosione da impatto con l’atmosfera a 5,6 km di quota. Credit Steve Jurvetson – ingrandisci, enlarge
Reti di monitoraggio: bolide avvistato, meteorite recuperata
La meteorite Winchcombe, residuo del bolide avvistato e filmato da 16 telecamere coordinate dalla UK Fireball Alliance (UKFAll) a febbraio 2021 sopra la piccola cittadina Winchcombe, a 70 km da Oxford; l’oggetto si è poi schiantato su un vialetto nel Gloucesterschire. Condrite carbonacea composta da carbonio, composti organici e acqua extraterrestre; proprio per questa sua composizione, è molto fragile ed è insolito che sia sopravvissuta al volo atmosferico, infatti questo tipo di oggetti si disintegrano completamente in atmosfera.
Poiché la composizione della meteorite non è stata modificata significativamente dall’ambiente terrestre, questi risultati indicano che gli asteroidi carbonacei potrebbero avere svolto un ruolo chiave nel fornire gli ingredienti necessari per la formazione degli oceani e lo sviluppo della vita sulla Terra primitiva. “Il rapido recupero ne fa una delle meteoriti più incontaminate disponibili per l’analisi, offrendo agli scienziati un allettante sguardo indietro nel tempo fino alla composizione originaria del Sistema Solare 4,6 miliardi di anni fa” Ashley King, autore articolo (Sorvegliati Spaziali, Inaf).
La collezione nazionale presso l’NHM (Natural History Museum) contiene in totale 548 grammi tra pietre e polvere – ingrandisci, enlarge
“Viñales” 2019
Cuba Viñales avvistamento bolide
Reti di monitoraggio: bolide avvistato, meteoriti recuperate
Bolide ha attraversato i cieli, l’atmosfera l’ha incenerito l’asteroide al 97%, il restante però, un meteorite di 2 metri di diametro si è frammentato ed è riuscito a impattare il suolo, rilasciando un’energia pari a 400 tonnellate di TNT!
Danni e/o feriti, talvolta guadagno o ricchezza inattesi, molto più raramente tragedie
“Frammento di Hodges” 30/11/1954
Alabama, Oak Grove, ex Contea di Talladega Sylacauga meteorite
Il primo caso documentato di ferimento causato da meteorite
Ann Hodges (1923-1972) venne colpita nel tardo pomeriggio dal frammento di una meteorite mentre riposava sul divano, Contea di Talladega (Alabama, USA, poi incorporata nella città di Oak Grove), vicino a Sylacauga.
La meteorite aveva attraversato il tetto, il soffitto…
… ed era rimbalzata sulla radio prima di finire la corsa contro il fianco sinistro della signora Hodges.
Risvegliata da dolore e frastuono, pensò che la stufa fosse esplosa e poi notò una roccia grande quanto un pompelmo sul pavimento e un buco irregolare sul tetto.
I signori Hodges
Gli abitanti invece hanno visto una palla di fuoco nel cielo e sentito una tremenda esplosione che ha prodotto una nuvola bianca o brunastra. La meteorite pesava circa 8,5 kg ed è in mostra permanente presso il Museo di Storia Naturale dell’Alabama presso l’Università dell’Alabama a Tuscaloosa. Il 22/05/2010 la città di Oak Grove ha dedicato un monumento storico al luogo dell’impatto (purtroppo per la Signora Hodges la vicenda non ebbe un felice epilogo vista la battaglia legale che ne seguì per ottenere il riconoscimento della proprietà della meteorite rispetto al proprietario della casa e la successiva perdita d’interesse generale per l’evento: fu più fortunato un vicino con un frammento più piccolo).
La meteorite fu poi soprannominata “frammento di Hodges” e ne esistono altre due: una ritrovato il giorno successivo dal contadino Julius McKinney e ribattezzata “frammento di McKinney” e una terza mai recuperata. Gli astronomi sono risaliti ad un possibile corpo progenitore dei 3 frammenti: l’asteroide 1685 Toro, un NEO (Near-Earth Object) del diametro di 3,4 km
la famiglia McKinney
“L’auto meteoritica di Peekskill” 09/10/1992
USA New York,Peekskill Contea settentrionale di Westchester acquistata per 400, venduta per 25000 dollari
Chevrolet danneggiata diventa pezzo da museo e Star da esposizione in mostre e fiere
L’auto meteoritica di Peekskill in esposizione al Tucson Gem & Mineral Show, la più grande fiera di gemme e minerali al mondo -credit meteoritcar.com
Uno degli eventi meteoritici più storici mai registrati
A quell’epoca non esistevano ancora gli smartphone, ma erano molto diffuse le videocamere, e la particolarità dell’evento è che la discesa del bolide Peekskill(poco più grande e brillante della luna piena, e che si frammenta in decine di pezzi) fu catturata lungo la costa orientale da un record di 16 diverse località pronte a registrare varie partite di football delle scuole superiori (il video che ho messo all’inizio di questa seconda parte). Questa fortunata coincidenza ha fornito una opportunità estremamente rara alla comunità scientifica, quella di calcolare la traiettoria di volo dell’asteroide verso la Terra, inclusa la sua orbita attorno al Sole.
Scattata da S. Eichmiller dell’Altoona Mirror dallo stadio di football di Mansion Park, utilizzando un obiettivo da 300 mm f/2.8 con esposizione di 1/500 s su pellicola in bianco e nero TMAX 3200 – credit meteoritcar.com
Michelle Knapp, proprietaria dell’auto, stava guardando la TV a casa quando sentì un forte boato provenire dall’esterno, lo descrisse poi come “un incidente tra tre auto”; uscì di casa e scoprì che il bagagliaio posteriore della sua Chevrolet Maliburossa del 1980, parcheggiata nel suo vialetto al 242 di Wells Street, era stato distrutto.
Chiamata la polizia, sul momento pensarono ad un atto vandalico, ma un vicino le suggerì che potesse trattarsi invece di una meteorite, e infatti a ben guardare questa aveva trafitto l’auto, mancando di poco il serbatoio della benzina, e creato un piccolo cratere sotto il bagagliaio; un agente trova infine la meteorite. I ricercatori dell’American Museum of Natural History lo confermarono.
La Chevrolet incidentata, che Michelle diciottenne aveva acquistato dalla nonna per 400 dollari, a seguito del fortunato incidente fu venduta per 25.000 dollari a un collezionista di meteoriti, mentre la meteorite stessa fu venduta per 50.000 dollari. L’auto è ora così preziosa che è assicurata per un milione di dollari.
Gli studi hanno dimostrato che il pezzo di roccia si era formato 4,4 miliardi di anni fa (l’età della Terra) ed è entrato in atmosfera con una velocità di 14 km/s, un peso di 12 kg e un diametro di 30 cm, prima di entrare in collisione con l’auto di Michelle a 264 km/h.
La meteorite diPeekskill (che ha danneggiato la Chevrolet Malibu di Michelle Knapp)nel Museo Nazionale di Storia Naturale. Photo by Wknight94 CC BY-SA 3.0
Michelle Knapp (seconda da destra) con la sua famiglia, insieme ai primi acquirenti della meteorite Peekskill: il dottor Jim Schwade (all’estrema destra), Marlin Cilz (al centro) e Ray Meyer (al centro dietro).
Una meteorite (10×15 cm) ha penetrato il tetto di una casa a Hopewell Township, New Jersey (USA), in Old Washington Crossing Pennington Road…
… bucato il soffitto della camera da letto, scheggiato il parquet, poi ha rimbalzato sul soffitto ed è ricaduta sul parquet. L’ha trovata Suzy Kop nella camera del padre, per fortuna la casa era vuota (servizio Tg della CBS News New York).
Confermato dal Dipartimento di Fisica del College of New Jersey che si tratta di meteorite rocciosa (condrite) di 1,8 kg, 12 cm e forma oblunga. Potrebbe essere parte delle Eta Aquaridi, pioggia di meteoriti di ben 4-5 miliardi di anni, residuo dell’inizio del Sistema Solare.
“Meteorite di San Valentino” 14/02/2023
Italia Puglia – Basilicata Contrada Rondinelle
Rete italiana PRISMA in azione!
Conosci la rete Prisma (anche su Facebook)? Ne ho parlato nel primo articolo, si tratta della Prima Rete Italiana per la Sorveglianza sistematica di Meteore e Atmosfera, coordinata dall’INAF: una rete di più di 60 telecamere all-sky operative, disseminate in tutto il territorio italiano, che tengono d’occhio il cielo in ogni momento e grazie alle quali è possibile triangolare il possibile punto di atterraggio. Se vuoi farne parte ricordati di scrivere una mail a prisma_po@inaf.it, potresti aiutare concretamente. Questo metodo non permette di trovare il punto di caduta al millimetro, pertanto è comunque necessario organizzare spedizioni ad hoc per andarle a cercare in un’area più o meno estesa, a seconda del numero di telecamere con cui è avvenuta la triangolazione.
mappa interattiva delle stazioni PRISMA, cliccando sulla mappa dell’Italia si può accedere e visualizzare le immagini delle camere all-sky: in questo caso a Rovereto (TN), presso l’Osservatorio Astronomico Monte Zugna, gestito dal Museo Civico di Rovereto
Piccolo danno
“Avrebbe viaggiato a 300 km/h e di sicuro ha provocato un piccolo craterino in una piastrella del balcone”.
“Sono stati raccolti oltre 70 grammi in 12 frammenti principali e decine più piccoli.”
Nel pomeriggio del 23 settembre 2003 una meteorite si è schiantata contro la casa a due piani dei signori Ray e Judy Fausset, che in quel momento non erano in casa. I vicini hanno detto di aver sentito un “rumore terrificante”. Sono state registrate due osservazioni di una palla di fuoco. La massa principale del meteorite è stata trovata nello spazio di accesso sotto la casa. Detriti e frammenti di meteorite polverosi sono stati trovati lungo il percorso di penetrazione in tutta la casa. Una massa totale di 19,256 kg è stata recuperata dalla casa Fausset, e altro materiale (100 grammi) anche nel quartiere circostante.
“… sembrava che un proiettile di artiglieria avesse colpito la piccola area dell’atrio. Le travi pendevano, polvere di cartongesso ovunque… bagno in pessime condizioni ma tutto asciutto… al piano di sopra un buco grande quanto un pallone da basket nel tetto sopra la camera da letto della figlia… colpita una scrivania e un buco sul pavimento… a piano terra nella lavanderia un altro buco nel pavimento…”
La meteorite ritrovata sembrava “un pezzo di cemento come se avessi rotto un marciapiede con una mazza e ne avessi preso un grosso pezzo”, dice Fausset, “ma era immensamente più denso di un pezzo di cemento delle stesse dimensioni, ed era molto friabile: se lo strofinavi con le mani, i granelli si staccavano, quindi era una sostanza insolita”.
Alla fine i Fausset hanno ricevuto diverse offerte da musei, università e singoli cacciatori di meteore e hanno venduto le meteoriti per una bella somma. Due curiosità sono che la casa non esiste più, portata via dall’uragano Katrina (forse quindi era un avvertimento della madre del protagonista), e che l’agente assicurativo vinse il premio per il sinistro più insolito coperto nel 2003.
Josua Hutagalung con la fortunata meteorite in mano
Trentatrè anni, artigiano costruttore di bare. Nel novembre 2020, proprio mentre il signor Josua Hutagalung era in giardino a lavorare, la sua casa è stata colpita da una meteorite di oltre 2 kg che ha letteralmente bucato la tettoia di lamiera e scavato un buco nel terreno davanti a casa, con gran fracasso e facendo tremare tutto.
Un collezionista l’ha poi contattato e gli ha offerto 1,5 milioni di euro per la vendita (!). La meteorite era costituita da condrite carboniosa. L’esperto di meteoriti statunitense Jared Collins a sua volta l’ha ceduta ad un collezionista statunitense che ora lo conserva al Center for Meteorite Studiesdell’Università dell’Arizona.
foto gentilmente concesse direttamente da Josua, contattato via Facebook.
“Sulaymaniyah” 22/08/1888
Iraq Sulaymaniyah prima prova documentata di un morto e un paralizzato
La mappa originale che mostra l’area della caduta: Gülambar e Serçinar sono stati inseriti sulla mappa. Il cartello a forma di “X” alla fine della possibile traiettoria del meteorite (in base alle spiegazioni nei manoscritti storici) indica la posizione approssimativa dell’uomo che sarebbe stato ucciso dall’impatto di un meteorite. Il cartello a forma di “stella” nella parte inferiore destra della mappa raffigura la posizione approssimativa dell’esplosione nel cielo di Gülambar.
La prima prova di un morto e un ferito vittime dei frammenti di un bolide che ha impattato
Come dicono gli autori dell’articolo, “Per quanto ne sappiamo, mostriamo la prima prova di un evento in assoluto in cui un meteorite ha colpito e ucciso un uomo e ne ha lasciato paralizzato un altro il 22 agosto 1888 a Sulaymaniyah (Iraq) sulla base di 3 manoscritti scritti in turco ottomano che sono stati estratti dalla Direzione generale degli archivi di stato della Presidenza della Repubblica di Turchia. Fu segnalato il 13 settembre dal governatore locale di Sulaymaniyah e giunse all’amministrazione centrale l’8 ottobre, quindi fu inoltrato allo stesso sultano il giorno successivo (9 ottobre 1888), Abdul Hamid II, 34° sultano dell’Impero ottomano e Gran Visir.” I 3 documenti ufficiali, separati, che descrivono l’accaduto minuziosamente (praticamente lettere delle autorità locali che segnalano l’incidente al governo) erano stati trasferiti in un archivio digitale, e la lingua di difficile traduzione li aveva mantenuti a lungo sconosciuti.
Il 10 agosto 1888 verso le 20:30 ora locale una grande palla di fuoco fu vista nel cielo, il bolide arrivò dalla direzione della città di Gülambar (da sud-est) e viaggiò verso il villaggio di Çişane situato nella città di Serçinar (a nord-ovest di Gülambar) e colpì una collina a forma di piramide a Sulaymaniyah (oggi Iraq). L’impatto creò un’esplosione aerea (e presumibilmente anche prima dell’impatto ci fu una o più esplosioni dell’oggetto che si è così frammentato) con caduta di meteoriti “come pioggia” dal cielo per circa 10 minuti in due piccoli villaggi: in uno dei villaggi alcuni frammenti colpirono due uomini, uccidendone uno e paralizzandone un altro, mentre nell’altro ci furono danni alle colture e alle aree coltivate. Non è dato sapere altri dati utili quali l’esatta altitudine, velocità, dimensione e posizione del bolide.
Incisione storica di Sulaymaniyah dei primi anni del 1900 (si vedono chiaramente le colline a forma di piramide).
“Carancas” 15/09/2007
Perù Puno, Carancas (3800 mt s.l.m.) Ilmeteorite dei Guinness
È il più piccolo, il più giovane e uno dei due eventi di cratere da impatto osservati ocularmente sulla Terra
credit L.E. Jackson, Jr., del Geological Survey of Canada – ingrandisci, enlarge
Sabato 15/09/2007 alle 11:45 circa (ora locale) un bolide più grande e luminoso del Sole ha colpito in Perù la comunità di Carancas (regione di Puno), al confine con la Bolivia, nei pressi del lago Titicaca, un sito che si trova ad un’altitudine elevata – oltre 3800 metri sul livello del mare – e in particolare l’area del letto di un torrente in quel momento asciutto, quindi terreno morbido e umido. Il bolide brillante ha sfrecciato con una coda fumosa ad una velocità stimata intorno a 24.000 km/h (particolarmente e inaspettatamente alta, ipervelocità), si è spostato rapidamente sopra il lago sul lato boliviano e lungo in confine con il Perù.
“Nella mappa sono indicate le posizioni di diverse stazioni che hanno registrato l’evento: la stazione infrasonica del Sistema di monitoraggio internazionale (IMS) situato a La Paz, Bolivia (I08BO); 5 stazioni sismiche regionali situate vicino a La Paz (BOB, BOD,BOE, BOK e LPAZ) e uno in Perù (UBN). La freccia grigio chiaro corrisponde alla probabile direzione della palla di fuoco. La posizione del cratere era Lat: 16 ° 39 ′ 52 ” S, Long: 69 ° 02 ′ 38 ” W, Altitudine: 3.824 m s.l.m. I numeri corrispondono alle seguenti città: (1) Desaguadero, (2) Guaqui, (3) Azafranal, (4) Santiago de Machaca.”
Il bolide ha attraversato la città di Desaguadero provocando la rottura di molte finestre, poi nel giro di un paio di secondi ha colpito 10 km più a sud il villaggio di Carancas (4 km dalla Bolivia) con un fragoroso botto, e anche in quel caso provocato la rottura di molte finestre: la piccola scossa sismica ha infatti mandato in frantumi le finestre del centro sanitario locale a 1 km di distanza. Nell’impatto i detriti sono stati esplosi in tutte le direzioni a 150 metri di distanza e si è alzata una colonna di fumo (“nube a forma di fungo di fumo, vapore e polvere”) di 250 metri che è durata per diversi minuti: un capanno di fango con tetto in lamiera a 120 metri di distanza ha subito un danno al tetto a causa della terra sollevata ma anche dei frammenti.
Il cratere d’impatto, creatosi sul bordo di una sponda di un torrente in quel momento asciutto, è largo circa 13 metri e profondo 4,5 (pareti di 3 metri e acqua profonda 2). Tutt’intorno al cratere il terreno ha l’aspetto bruciato. Il letto del torrente è un corso d’acqua periodico che era asciutto durante l’impatto ma conteneva acqua sotterranea.
L’evento di Carancas è il primo cratere da impatto la cui formazione è stata osservata direttamente da diversi testimoni, nonché la prima registrazione sismica inequivocabile di un impatto di meteorite che ha formato un cratere sulla Terra – G. Tancredi (Università Repubblica Uruguay)
L’evento di craterizzazione di Carancas dimostra che gli asteroidi pietrosi di dimensioni metriche possono effettivamente sopravvivere al passaggio atmosferico in circostanze specifiche
“L’impatto ha violato la visione finora esistente secondo cui i meteoriti pietrosi di dimensioni inferiori a 100 metri subiscono una notevole interruzione e decelerazione durante il loro passaggio attraverso l’atmosfera e non sono in grado di produrre crateri. Basse velocità cosmiche (12-14 km/s) e angoli di ingresso poco profondi (<20°) prevengono la frammentazione mantenendo bassi gli stress aerodinamici“ – ResearchGate Tommaso Kenkmann (Università Friburgo).
L’impatto è stato definito dagli specialisti “insolito” sia per l’ipervelocità, sia per il fatto che il corpo è sopravvissuto all’ingresso in atmosfera senza frammentarsi
L’asteroide doveva avere un diametro di circa 2 metri prima di entrare in atmosfera, mentre il meteorite che ha impattato il terreno dopo l’ablazione era di circa un metro.
Ulteriore caratteristica che contraddistingue l’evento, enfatizzata dai media, è quella di aver provocato una piccola epidemia a decine di persone per qualche ora, tra cui anche 7 poliziotti
Questo evento ha avuto una certa risonanza mediatica soprattutto per quello che è successo poco dopo l’impatto (poi sicuramente abbondantemente esagerato generando un clima di paura, allarmismo, una psicosi collettiva ma anche forse una rara occasione per i residenti di poter avere cure e medicine gratuite). I residenti che sono arrivati sul luogo della caduta entro pochi minuti dall’impatto hanno riferito che il cratere si è rapidamente riempito di acqua che stava bollendo mentre tutt’intorno si sono sparse ceneri e particelle di roccia, e nell’aria si è diffuso uno “strano odore” nauseabondo e opprimente di zolfo.
Fotografie del cratere da impatto del meteorite Carancas scattate 3 mesi e mezzo dopo l’impatto. a) Fotografia aerea scattata da E da un’altezzadi ~7 m. Il cratere è largo 14,2 m e si è formato sul bordo di una sponda di un torrente. La pendenza di ~1 m tra la terrazza e il letto del torrente tende a NO-SE e divide il cratere in due parti. Credit “Il cratere da impatto meteoritico di Carancas, Perù: rilevamento geologico e modellazione della formazione del cratere e del passaggio atmosferico”, gennaio 2010, Meteorytics & Planetary Science, Tommaso Kenkmann (Università Friburgo), Natalia Artemieva (Istituto di Scienze Planetarie), Kai Wunnemann (Museum fur Naturkunde – Istituto Leibniz…), autore Michael Poelchau (Università di Friburgo)
Non solo, ma a decine sono stati colpiti da una specie di epidemia che ha causato tremenda emicrania, mal di testa, nausea e vomito per alcune ore… tra coloro che hanno accusato gli evidenti sintomi, anche 7 agenti di polizia inviati sul posto, ricoverati poi in ospedale. È stata segnalata anche la morte di bestiame nelle vicinanze. Dopo che le squadre di ricerca e gli esperti hanno prelevato i campioni per portarli in laboratorio nella capitale Lima, un team di ricercatori peruviani ha confermato le origini celesti dell’oggetto, una condrite ordinaria.
Non entro nel merito di tutte le indagini e le investigazioni che sono state effettuate con i residenti, il personale sanitario e le forze di polizia locali, ma si ritiene oggi che questi fastidiosi sintomi temporanei di intossicazione siano stati causati o da avvelenamento da arsenico, dovuto al rilascio di vapori di arsenico prodotti all’impatto, oppure da avvelenamento con lo zolfo contenuto nel meteorite sotto forma di troilite (composto contenente zolfo presente nel meteorite in grandi quantità).
Nel primo caso non è stata la meteorite a produrre il gas, bensì sarebbe il risultato dell’impatto e penetrazione fino a colpire la falda freatica sottostante vaporizzando nell’aria come un geyser l’acqua inquinata (ci sono numerosi depositi sotterranei naturali nel Perù del sud).
La forte altitudine dell’impatto (3800 metri s.l.m.) potrebbe non avrebbe rallentato l’oggetto come fanno di solito gli strati più bassi dell’atmosfera (stratosfera e troposfera) e quindi l’energia cinetica potrebbe essere stata insolitamente alta per un oggetto di queste dimensioni e massa.
Termino l’articolo con altri due esempi di quelli che il collezionista e commerciante Michael Blood ha chiamato con il termine “Hammer Stone” cioè “Pietra Martello”, ad indicare una meteorite specifica che ha colpito un essere umano, un oggetto artificiale (ad esempio case, automobili, cassette postali e recinti) e/o un animale (spesso domestico). Queste meteoriti speciali e rare sono collezionabili e molto richieste integre o in frammenti sul mercato, ma necessitano della massima cura per garantirne la provenienza. Le Pietre Martello a volte conservano le prove del loro impatto mostrando segni di vernice e raschiature del tetto sulla loro crosta.
“Claxton” 10/12/1984
USA Georgia, Claxton “Hammer Stone” distrugge cassetta della posta
Il 10 dicembre 1984 il veterano di guerra Don Richardson ha sentito come un fischio mentre era fuori dalla sua casa mobile e istintivamente ha sussultato perché gli ricordava un colpo di mortaio in arrivo. Pochi istanti dopo, ha sentito un forte scoppio quando il meteorite ha colpito la cassetta della posta di Carutha Barnard a pochi metri da dove si trovava. L’impatto ha distrutto la cassetta delle lettere, facendola cadere dal supporto e conficcandosi nel terreno per diversi centimetri.
Con un peso totale noto (TKW) di soli 1.455 grammi, Claxton è estremamente difficile da acquisire. Questo esemplare è accompagnato da una tessera identificativa della Collezione Hupé.
Costa Rica Aguas Zarcas “Hammer Stone” colpisce cuccia, cane salvo
Il 23 aprile del 2019 una pioggia di meteoriti ha letteralmente investito un quartiere di Aguas Zarcas, piombando su varie abitazioni, e una condrite carboniosa in particolare ha centrato la cuccia del pastore tedesco Roxy e per poco non ha ferito anche il cane.
La cuccia sarà poi venduta all’asta online per 39.000 euro…
Attenzione quindi, se e quando avrai la fortuna di vedere un bolide, chiediti se qualche suo frammento diventerà un “Hammer Stone” oppure colpirà la superficie creando un cratere…
02/08/2023, bolide e superluna nei cieli del West Virginia, ripresi dall’astronomo dilettante di Ceredo Bill Stewart: oggetto di 34 kg, entrato a 80 km quota sopra Krypton Kentucky e ad una velocità di 60000 km/h e disintegrato 48 km sopra Duffield Virginia, probabilmente frammento di cometa. Al suo massimo splendore la palla di fuoco era circa 5 volte più luminosa della luna piena – credit Bill Stewart / Astroseabee e American Meteor Society
Spero ti sia piaciuta questa breve carrellata di esempi. Raccolti così sembra quasi che siano possibilità frequenti, mentre in realtà considera che essere colpiti da una meteorite, oppure che la propria casa o la propria auto o il proprio animale domestico in giardino vengano colpiti è un evento non impossibile, ma estremamente raro. Il professor Stephen A. Nelson ha pubblicato in uno studio i risultati dei suoi calcoli probabilistici, secondo cui “le probabilità di essere colpiti direttamente da una oggetto spaziale sono una su 1.600.000, un’eventualità molto remota se messa a confronto con le possibilità di morire”:
in un incidente d’auto (una su 90)
in un incendio (una su 250)
a causa di un tornado (una su 60.000)
o di un fulmine (una su 135.000)
per i passeggeri di linee aeree commerciali (una su 45 milioni)
Quindi rilassati, è improbabile che ti succeda qualcosa, in effetti rischi la vita molto di più nelle attività quotidiane.