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Voglio subito ringraziare per la generosa collaborazione tutti gli amici astrofotografi conosciuti tramite fb, perché è grazie a loro che si fa un ottimo gioco di squadra. A fine post tutti i riferimenti.

Costellazione di Orione, in sigla Ori.

Credits Chiara Capuano / Skyworkers

Mentre procedo con il post multiplo sull’Aurora, mi è venuto improvvisamente voglia di un post brevissimo, flash, sulla Costellazione di Orione, et voilà!
Di sicuro almeno una volta avrai visto in cielo questa che sembra una “clessidra”…

Credits Lìbor Sàndor, fb, per ingrandire clicca qui, to enlarge click here

Aspetta, mi spiego meglio, qui vedi più chiaramente la forma di clessidra.

Premetto un dettaglio utile che poi ti torna comodo: nelle due foto precedenti il tuo occhio sarà stato subito “colpito” da quelle 3 stelle centrali allineate, tra le più luminose…

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…ebbene, quel gruppetto di stelle è un esempio perfetto per spiegare il concetto di “asterismo”: un qualunque gruppo di stelle visibile nel cielo notturno, riconoscibile dal resto delle stelle per la sua particolare configurazione geometrica. È qualcosa di riconoscibile subito, “a colpo d’occhio”!

È importante chiarire subito, soprattutto per chi non la conosce ancora bene e ne ha sentito solo sommariamente parlare, che questa famosissima costellazione raccoglie in sé diversi oggetti interessanti ed affascinanti, oltre ad essere identificabile nel cielo notturno invernale con grande facilità.

È facilmente riconoscibile perché le sue stelle sono molto brillanti (tra le quali vi è la famosa supergigante rossa Betelgeuse) e l’asterismo della Cintura (le 3 stelle centrali allineate) è assai riconoscibile.

Inoltre le sue 7 stelle principali sono tra le 45 stelle più luminose visibili dall’Italia:
Betelgeuse (alfa Orionis) “la stella sulla spalla”
Bellatrix (gamma Ori) “la guerriera”
Mintaka (delta Ori) “la cintura”
Alnilam (epsilon Ori) “il filo di perle”
Alnitak (zeta Ori) “la cintura”
Rigel (beta Ori) “il piede”
Saiph (kappa Ori)
“la spada”

Prima di procedere, un aiuto visuale dalla mitologia serve a capire perché si parla di Cintura e di Spada a proposito di Orione, che è la figura di un cacciatore, così da rendere più comprensibili le componenti della costellazione.

Vediamo qui le 7 stelle e abbiamo anche il braccio di Orione che porta lo scudo. Un brevissimo accenno a luminosità e diametro rispetto al Sole, per avere un’idea:
Betelgeuse – 9.300 volte più luminosa e 630 volte il diametro solare
Bellatrix – 1.000 volte più luminosa del Sole e 8 volte il suo diametro
Mintaka
stella binaria 8.100 volte più luminosa del Sole, 9-18 volte il suo solare
Alnilam – 50 volte il diametro solare
Alnitak – stella doppia, 9.100 e 1.270 volte più luminose del Sole, 26 volte e 4 volte il suo diametro
Rigel38.700 volte più luminosa del Sole e 70 volte il suo diametro
Saiph
6.000 volte più luminosa del Sole, 24 volte il suo diametro

Utile elaborazione pittorica al computer del Prof. Mauro Carta

È infatti il fulcro del cielo invernale, ricca di ammassi, nebulose luminose (M42, M78, etc.), nebulose oscure, svariate nebulose planetarie e altro ancor, una miniera di informazioni e di bellezze insomma, da restare senza fiato.

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Distinguiamo subito quindi alcune di queste componenti, quelle più famose, con l’aiuto anche di una mappa (sempre per chi la conosce poco):

Credits astrofotografo Paolo Colona, Accademia delle Stelleper ingrandire clicca qui, to enlarge click here

“Cintura” di Orione

L’asterismo che rende così facile identificare la costellazione è costituito dalle 3 stelle centrali allineate, supergiganti blu, da sinistra:
Alnitak (zeta Orionis)
– Alnilam (epsilon Orionis)
– Mintaka (delta Orionis)

Davide De Martin; Credit Digitized Sky Survey, ESA/ESO/NASA FITS Liberator – Hubble Space Telescope – per ingrandire clicca qui, to enlarge click here

Nebulosa “Fiamma” Flame – NGC 2024 e Nebulosa ad emissione rossa – IC 434

Quando si guardano meravigliosi scatti come questi, frutto di ore ed ore di esposizione paziente di astrofotografi veramente coi fiocchi, si può restare un po’ disarmati non sapendo qual è l’oggetto che ci interessa.
In questo caso però è facile, le 2 nebulose sono visibilissime sulla destra dell’immagine, la Nebulosa Fiamma è quella piccola arancione sotto, mentre la Nebulosa ad emissione rossa sta al di sopra.

immagine in collaborazione Francesco di Biase ( Astropixel.it) con l’astrofotografo Maurizio Cabibboper ingrandire clicca qui, to enlarge click here

Unico dettaglio, considera che stiamo guardando Orione alla rovescia (fai riferimento alla mappa citata prima), quindi Betelgeuse è sotto e Rigel sopra, entrambi fuori dal campo. Abbiamo l’asterismo della Cintura, e la stella Alnitak, delle tre, è proprio quella a destra, circondata dalle due bellissime nebulose.

Nebulosa “Testa di Cavallo” Horsehead – Barnard 33

Nel dettaglio dell’immagine, avrai notato quella strana ombra scura che ricorda proprio l’animale con cui è stata chiamata, il cavallo. In realtà è una Nebulosa Oscura che risalta grazie alle Nebulosa ad emissione IC 434 sottostante, senza la quale sarebbe praticamente invisibile, fatto salvo per qualche stella vicina.

credits Esa – Hubble

Nebulosa a riflessione – NGC 2023

Spesso trascurata ma meravigliosa, una delle sorgenti di idrogeno molecolare fluorescente più luminose del cielo. Ci sono poi anche altre nebulose di cui qui però non terrò conto altrimenti il post non è più flash…

Nebulosa NGC2023 da Wikipedia autore Hunter Wilson – per ingrandire clicca qui, to enlarge click here

“Spada” di Orione

Riprendo la mappa per comodità per passare a questo altro asterismo, un gruppo di stelle disposte in senso nord-sud al di sotto della Cintura. Al suo interno, esattamente al centro della Spada, la “stella” centrale (così come appare ad occhio nudo a prima vista) è in realtà proprio la famosissima e spettacolare Nebulosa che da il nome a tutta la Costellazione.

Credits astrofotografo Paolo Colona, Accademia delle Stelle. Riporto il testo citato nel LINK: “Ciò che rende notevole questa foto è non solo di essere stata ripresa dalla città (Roma), ma anche senza inseguimento: con la fotocamera semplicemente montata su un treppiedi”. per ingrandire clicca qui, to enlarge click here

Ecco qui ingrandita proprio la zona Cintura-Spada, da cui è sempre più chiaro che la “stella” centrale è in realtà la Nebulosa di Orione.

Grande Nebulosa di Orione – Messier 42 (M42) o NGC 1976

A 1.350 Anni Luce dalla Terra, si estende per circa 24 anni luce ed è la regione di formazione stellare più vicina al Sistema solare.

È una delle nebulose diffuse più brillanti del cielo notturno, tanto luminosa da essere visibile ad occhio nudo. Inutile dire che è in assoluto tra le più belle ed amate. I diversi colori che sfoggia sono dovuti al tipo di elementi che emettono luce (rosso l’Idrogeno e lo Zolfo, blu-verde l’Ossigeno, etc).

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Essa comprende l’ammasso del Trapezio e la Nebulosa De Mairan.

Trapezio (omicron Ori)

La stella multipla più famosa del cielo, al centro della nebulosa di Orione, disposta come la figura geometrica. In questa bellissima immagine distingui le 4 stelline molto piccole, rispetto al centro, un po’ in alto a destra, in quella sezione color marroncino chiaro.

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Qui possiamo notare la differenza tra la luce visibile (a sinistra), quello cioè che i nostri occhi vedono, e il vicino Infrarosso (a destra), quello che i nostri occhi non possono vedere, che ci aiuta meglio a penetrare le nubi di gas che disturbano la visuale e a distinguere la formazione geometrica.

credits per luce visibile: NASA, CR O’Dell e SK Wong (Rice University) – per ingrandire clicca qui, to enlarge click here

Eccole qui, sono il nucleo di un ammasso compatto di circa 300 stelle molto deboli, ammasso giovanissimo, solo pochi milioni di anni. Immagine nel vicino Infrarosso. Si ritiene tra l’altro siano responsabili della maggior parte della radiazione ultravioletta UV che ionizza la nebulosa di Orione.

NASA; KL Luhman (Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics, Cambridge, Mass.); e G. Schneider, E. Young, G. Rieke, A. Cotera, H. Chen, M. Rieke, R. Thompson (Steward Observatory, University of Arizona, Tucson, Ariz.) – per ingrandire clicca qui, to enlarge click here

Qui un super dettaglio del fantastico e famosissimo telescopio spaziale Hubble. Curiosità: si ritiene che la stella che ha originato la Supernova da cui proviene la meravigliosa nebulosa, circa 2 milioni di anni fa, abbia fatto parte di un antico sistema multiplo di stelle. Tali stelle sono definite “fuggitive”, e tra esse ci sarebbero anche i 3 astri AE Aurigae, μ Columbae e 53 Arietis, che al momento si stanno allontanando alla notevole velocità di 100 km/secondo.

Trapezio, Nebulosa di Orione, Credits ESA / Hubble – per ingrandire clicca qui, to enlarge click here

Nebulosa De Mairan M43 o NGC 1982

È parte integrante, nella zona più settentrionale, della grande Nebulosa di Orione M42…

…è una nebulosa diffusa, ad emissione e a riflessione, separata da Orione solo apparentemente da una banda di nebulosità oscure (è parte di quella che a me sembra sempre la testa dell’uccello, con il becco ricurvo).

NASA, ESA, M. Robberto (Space Telescope Science Institute/ESA) and the Hubble Space Telescope Orion Treasury Project Team – Hubble space telescope, M42 image cut out – per ingrandire clicca qui, to enlarge click here

In effetti risulta più chiaro se la confrontate con quest’altra immagine, dove è più facilmente visibile l’uccello che vola, e si riconosce bene la testa con il becco in alto appena a sinistra. La nebulosa è la parte di sinistra in foto.

NASA, ESA, M. Robberto (Space Telescope Science Institute/ESA) and the Hubble Space Telescope Orion Treasury Project Team – Hubble space telescope – per ingrandire clicca qui, to enlarge click here

Nebulosa Running ManNGC 1977 o Sh2-279

Nebulosa a riflessione vicinissima alla Nebulosa di Orione, nell’immagine si trova sopra.

Dettaglio ravvicinato dove si può distinguere la figura di un uomo che corre, in questo caso in orizzontale…

Adam Block / Mount Lemmon SkyCenter / University of Arizona, CC BY-SA 4.0 – per ingrandire clicca qui, to enlarge click here
Chuck Ayoub CC BY-SA 4.0 – per ingrandire clicca qui, to enlarge click here

Non dimentichiamo però che c’è anche un’altra nebulosa molto più vasta, enorme, che fa parte integrante del quadro generale, comprendendo ed abbracciando tutti gli oggetti appena elencati:

Complesso Nebuloso molecolare di OrioneOrec Moleculare Complex OMC1

Nube molecolare gigante che contiene anche la brillante nebulosa di Orione e la nebulosa Testa di Cavallo, come abbiamo visto. Tale vastissima nube di gas e polveri è estesa per un diametro di diversi Anni Luce.
Qui abbiamo un meraviglioso quadro d’insieme con evidenziata la nube.

credits astrophotographer Derrick Lim – per ingrandire clicca qui, to enlarge click here

Qui sotto invece risulta come appare normalmente al telescopio.

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Nebulosa Anello di Barnard o Sh2 -276

Barnard’s Loop Nebula è una nebulosa a emissione situata nella costellazione di Orione, parte del Complesso Nebuloso molecolare di Orione.
L’anello ha la forma di un largo arco, con il centro posto approssimativamente nella nebulosa di Orione. Si pensa che le stelle contenute nella nebulosa siano responsabili della ionizzazione dell’intero anello.

Credits Roberto Mura

Ricordi la mappa iniziale? Ecco ritroviamo anche l’Anello di Barnard, qui appena visibile.

Credits astrofotografo Paolo Colona, Accademia delle Stelle. Riporto il testo citato nel LINK: “Ciò che rende notevole questa foto è non solo di essere stata ripresa dalla città (Roma), ma anche senza inseguimento: con la fotocamera semplicemente montata su un treppiedi”per ingrandire clicca qui, to enlarge click here

La costellazione di Orione serve anche da riferimento per trovare altre stelle facenti parte di altre costellazioni.

Creato da Yours Davvero, HeNRyKus – en.wikipedia, originale caricato da Montrealais, vettori da Mysid. GFDL

Due immagini per un brevissimo accenno al fatto che Orione è parte del “Triangolo Invernale”, altro asterismo formato dalle tre stelle Procione, Sirio e Betelgeuse.

Procione e Sirio sono due tra le stelle più vicine al Sole, mentre Betelgeuse è una supergigante rossa distante centinaia di Anni Luce.

immagine realizzata con il programma Stellarium – per ingrandire clicca qui, to enlarge click here

Inserisco qui due comode mie tabelle, in italiano e in inglese, per avere un’idea delle stelle più vicine a noi, a partire da 4 fino a 2.000 Anni Luce.

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Non posso infine non accennare ad una preoccupazione recente, proprio nel periodo di uscita di questo post (dicembre-gennaio 2019-2020), riguardo all’evidente calo di luminosità della supergigante rossa Betelgeuse, preoccupazione soprattutto degli inesperti. Per farlo riporto una parte di descrizione della REA Reggio Emilia Astronomia, per il tramite del gentilissimo prof. Ivan Spelti, che qui ringrazio.

crediti: Xavier Haubois, Observatoire de Paris. Betelgeuse è una stella importante anche per un altro fatto, è una delle poche stelle, oltre al Sole, di cui abbiamo una vera foto. (fonte REA)

Betelgeuse esploderà, sì, ma non sappiamo quando accadrà…
Secondo i modelli che abbiamo, dovrebbe esplodere in una supernova tra 100 mila anni minimo... – perché ricordiamoci che parliamo sempre di tempi cosmici, nota mia. Considerando infatti il processo dell’Evoluzione Stellare… – …in questa fase di espulsione di massa, Betelgeuse non sta più bruciando Idrogeno in Elio nel suo nucleo come sta invece facendo il nostro Sole. Piuttosto, dovrebbe star bruciando Idrogeno in un qualche strano più esterno, verso la superficie della stella. In questo modo, gli strati più esterni sono spinti a espandersi e questo spiega, in breve, perché la stella stia perdendo massa...”

Negli ultimi sei mesi la luminosità di Betelgeuse è calata di circa un terzo. Questo potrebbe essere un indizio di una Supernova in arrivo…
… se però confrontiamo la situazione attuale con quella degli anni precedenti, dal grafico si vede che il calo recente è più importante di quello di qualche anno fa, ma si vede anche che ci sono stati cali simili qualche decennio fa. Insomma,
non siamo di fronte a qualcosa di singolare
– In caso di Supernova, c’è pericolo per noi? –
Se per noi sulla Terra non sarebbe un problema perché protetti dalla meravigliosa atmosfera, i guai invece ci sarebbero eccome per astronauti o futuri esploratori spaziali a causa della pioggia di raggi X

Il segno rivelatore della Supernova comunque sarà l’osservazione di un massiccio aumento di neutrini...”

Per concludere proporrei questa veloce carrellata, una galleria di foto che ti stimoli, avendo seguito questo post, a riconoscere più agevolmente le parti di questa splendida costellazione. Parto da due mappe, quella iniziale compresa di propaggini, cioè le braccia del cacciatore, resa gentilmente disponibile da Chiara Capuano – Skyworkers

…e quella gentilmente resa disponibile dal Prof. Mauro Carta.

Dovresti ora avere tutti gli elementi per essere in grado di riconoscere la Nube molecolare, l’Anello di Barnard, la costellazione di Orione, la Cintura, la Spada e la Nebulosa di Orione, oltre alla evidentissime stelle che ne fanno parte: Betelgeuse, Bellatrix, Mintaka, Alnitam, Alnitak, Rigel, Saiph e Meissa.
Qui mancano le due propaggini delle braccia del cacciatore.

credits astrophotographer Derrick Lim – per ingrandire clicca qui, to enlarge click here

Una a mio avviso bellissima infografica gentilmente concessa dall’astrofotografo Corrado Gamberoni, dove trovi cerchiate le principali nebulose e qualche stella facenti parte di Cintura e Spada. L’immagine si può zoomare con il mouse e spostarsi a controllare un po’ più da vicino i dettagli. Abbiamo le principali nebulose, Horsehead, Fiamma, Orione, De Mairan, Running Man, oltre ovviamente ad Alnitam ed Alnitak.

Nebulosa Fiamma, Nebulosa Testa di Cavallo, Nebulosa di Orione – per ingrandire clicca qui, to enlarge click here

Oltre alle SuperGiganti Betelgeuse, Rigel, Bellatrix e Saiph (post Stelle Giganti – parte 1 e parte 2), puoi riconoscere benissimo l’asterismo appunto della Cintura di Orione (Mintaka, Alnitam, Alnitak), mentre più in basso le 3 stelle “in verticale” che formano la “Spada” di Orione, delle quali quella centrale è in realtà la nostra Nebulosa.

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Qui una forte zoomata su Cintura e Spada.

credits Esa – Hubble

Super dettaglio su Horsehead e Flame e molto più brillante la stupenda Alnitak, una delle tre supergiganti che fanno parte della Cintura di Orione.

credits Esa – Hubble

Anche se la prospettiva qui è diversa, dovresti essere in grado di riconoscere i due asterismi, sulla sinistra la Cintura di Orione, con visibili Horsehead e Flame, mentre sulla destra Nebulosa di Orione e Nebulosa Running Man.

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Anello di Barnard, Alnitak con Horsehead e Flame, Orione e Running Man.

Qui è ancora più evidenziato l’Anello di Barnard, si nota bene l’asterismo della Cintura, appena visibile Horsehead e Flame, si distingue ancora bene Orione ed appena Running Man. Le diverse prospettive aiutano a diventare più esperti nel riconoscimento.

La straordinaria immagine propone l’ingrandimento Grande Campo di Orione, che riprende sempre Alnitak, Horsehead e Flame sulla sinistra, mentre Orione e Running Man sulla destra.

credits astrofotografo Maurizio Cabibbo, Astroinfinity – per ingrandire clicca qui, to enlarge click here

Horsehead e Flame.

credits Maurizio Cabibbo, Astroinfinity – per ingrandire clicca qui, to enlarge click here

Le straordinarie Nebulose di Orione e di Mairan, con all’interno, poco visibile, il Trapezio. Le differenze nei colori dipendono dalla diversa emissione di luce dei vari elementi (rosso per l’Idrogeno e lo Zolfo, blu-verde per l’Ossigeno, etc).

credits Esa – Hubble – per ingrandire clicca qui, to enlarge click here

Orione e Mairan sono sempre capaci di incantare.

credits Esa – Hubble

Orione, Mairan e Running Man.

credits Maurizio Cabibbo, Astroinfinity

Orione, Mairan, Trapezio, Running Man.

credits Esa – Hubble – per ingrandire clicca qui, to enlarge click here

Uno simpatico scatto dell’astrofotografo Derrick Lim.

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Un altro scatto dell’astrofotografo Alessandro Curci.

Nota molto interessante e d’obbligo:
considera che queste costellazioni che per noi sono così facilmente riconoscibili ed immaginiamo di conseguenza come stelle poste alla stessa distanza da noi osservatori, nella realtà sono proprio un’illusione.

Sono infatti tutte stelle sparpagliate a distanze diverse, anche lontanissime da noi.

credits Associazione Sideralmente – per ingrandire clicca qui, to enlarge click here

Insomma, in poche parole, ai profani e non “addetti ai lavori”, in cielo tali stelle sembrano più o meno tutte alla stessa distanza, mentre nella realtà è un’illusione ottica che il Cielo, con gran senso dell’umorismo, ha piazzato lì per noi.

Curiosità:
– non tutte le stelle della costellazione sono così lontane da noi, ad esempio Tabit, che qui non si vede perché è sul braccio del Cacciatore Orione, dista “solo” 26 Anni Luce
– inoltre considera che, oltre ad essere proiettate a grandi distanze differenti, anche la distanza tra di esse è ragguardevole: tanto per fare un esempio, nella Cintura le distanze non sembrano poi così enormi, eppure tra Mintaka e Alnilam, le due estreme, ci sono ben 55 Anni Luce, mentre Alnitak è proiettata molto più lontano in profondità…

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Voglio qui suggerire la visita al Blog di Barbara Bubbi, Universo Astronomia, in quanto ha fatto un ottimo lavoro ad esempio proprio sulla Costellazione di Orione e le sue varie parti, ricco di descrizioni e di un’incredibile selezione di fantastiche immagini.

Grazie per la gentile e generosa collaborazione di tutti i seguenti astrofotografi ed Associazioni, grazie ai quali è sempre possibile fare un ottimo lavoro di squadra:
REA Reggio Emilia Astronomia, Prof. Ivan Spelti
Associazione Sideralmente
astrofotografo Corrado Gamberoni (Orione di Gamberoni)
galleria di Gamberoni su Flickr
astrofotografo Paolo Colona (Associazione Accademia delle Stelle)
Astropixel.it di Francesco di Biase in collaborazione con l’astrofotografo Maurizio Cabibbo
astrofotografo Maurizio Cabibbo, Astroinfinity
Prof. Mauro Carta, elaborazione di Orione
Orione localizzatore di altre costellazioni
Schematizzazione semplice di Orione by Chiara Capuano / Skyworkers
Fotografo amatoriale Lìbor Sàndor
Nomi Costellazione Orione Universo Online
Associazione Astrofili Astris, nomi delle stelle di Orione
– astrofotografo Alessandro Curci

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2 pensieri su “Orione in un flash

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